Progetto Orientamento

Il progetto di orientamento “chi voglio diventare?” nasce nel 2005 nel contesto di un ripensamento del Centro Universitario di via Zabarella. Questa struttura, voluta dalla Diocesi di Padova alla fine degli anni ‘60, è stata occasione di esperienze significative per tante persone, che vi hanno potuto esprimere domande e cercare risposte. Nato soprattutto per interpretare i bisogni del mondo giovanile, universitario e non, il Centro è diventato punto di riferimento per molte persone non più giovani o che col mondo universitario non avevano più a che fare.

Il Consiglio di Amministrazione, durante gli anni di ristrutturazione di Palazzo Trevisan (2003-2005), sede del Centro, si pose la questione del tipo di proposta che continuasse a fare di tale realtà una palestra per le buone domande della vita. Si decise di fermare l’attenzione sull’orientamento, esperienza che più di tutte presuppone la capacità e la disponibilità a interrogarsi e si diede incarico a un’équipe, composta da docenti, psicologi ed esponenti del mondo giovanile, di formulare una proposta. Uno scambio di opinioni con la Presidenza ESU di allora confermò l’utilità anche pubblica dell’intuizione. Le tappe che hanno scandito l’attività di questo gruppo di lavoro, il metodo seguito e il progetto che ne è uscito sono ben ricostruiti dal contributo di Enrico Miatto.

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Il progetto e la mission del Centro

Come il Centro inserisce questo progetto all’interno della sua mission? Il Centro sin dagli inizi si mosse all’insegna di una grande apertura alla sperimentazione, immergendosi nel mondo vitale degli studenti con una grande libertà di movimento ricercando progressivamente “sul campo” un proprio spazio e una propria identità. Con uno slogan possiamo dire che il Centro è diventato una “casa del dialogo”, dove elaborare un’esperienza che andasse oltre gli steccati istituzionali, associativi e ideologici, offrendo un servizio caratterizzato soprattutto per l’apertura a 360 gradi sulla realtà circostante.

In questa prospettiva si individuava la vocazione precipua del Centro in un ministero di accoglienza la più larga, la più libera da appartenenze e la più aperta possibile. Destinatari soprattutto la grande massa degli studenti provenienti da famiglie non residenti a Padova e tra questi in particolar modo quelli non inseriti nei collegi, nelle parrocchie, nelle associazioni. In realtà nella fase iniziale, il centro divenne, nel clima della contestazione studentesca degli inizi degli anni ‘70, un singolare osservatorio degli umori e delle utopie che attraversavano il mondo giovanile, svolgendo un ruolo positivo in quanto, anche nelle fasi più accese ed esasperate di quegli anni, il Centro universitario riuscì a proporsi effettivamente come uno dei pochi spazi di dialogo, se non l’unico, esistente a Padova1.

Oggi le caratteristiche e i bisogni dei giovani sono molto diversi da allora. Importante è continuare ad offrire spazi e occasioni che vedano i giovani protagonisti e non solo destinatari di proposte, per quanto belle e stimolanti. Ci pare che “Chi voglio diventare?” sia in continuità con lo stile del Centro e, insieme, risposta a dei bisogni dei giovani di oggi.

Lavoro in rete

Il progetto è stato occasione per delle collaborazioni significative con altre istituzioni. Anzitutto l’ESU di Padova non solo ha condiviso gli obiettivi di fondo, ma è stato co-promotore dell’iniziativa fin dagli inizi. Poi l’Ufficio Scolastico Provinciale che, conosciuto il progetto ne ha apprezzato la coerenza, ne ha autorizzato la presentazione agli Istituti superiori della Provincia e ha concesso il patrocinio.

La disponibilità di docenti e studenti dell’Ateneo, del Servizio Orientamento dell’Università e di Lavor@rienta dell’ESU a incontrare le ragazze e i ragazzi del progetto è stata un fattore prezioso, anche perché spesso per loro ha rappresentato un aggravio all’attività istituzionale. Molto positiva è stata la collaborazione con il Progetto Giovani del Comune di Padova.

Il secondo anno ha visto la partecipazione del Centro Servizi per il Volontariato e del suo direttore Alessandro Lion. Nel 2007 è stata stipulata una convenzione con l’Istituto dell’Approccio Centrato sulla Persona (IACP) di Roma, che ha abilitato il Centro ad accogliere i tirocinanti counsellors dell’Istituto stesso.

Negli ultimi due anni, i cui risultati però non sono stati esaminati nella presente ricerca, anche la Camera di Commercio di Padova ha dato il suo patrocinio e il suo sostegno. Il bilancio di competenze è stato possibile grazie al contributo del Centro di Psicologia e Psicoterapia Funzionale di Padova. Ma tutta questa rete di contatti sarebbe stata infruttuosa senza la collaborazione dei Presidi e dei docenti referenti per l’Orientamento dei più di venti Istituti che hanno aderito al progetto.

La rete che si è creata è una piccola dimostrazione di come la collaborazione tra pubblico e privato e tra enti, anche molto diversi tra loro ma convergenti su obiettivi comuni, funziona e porta a risultati soddisfacenti.